L’artista Franco Monari realizza fotografie di
quelli che
definisce “paesaggi interiori”. Utilizzando
polistirolo,
stucco e nylon, Monari costruisce un universo di
luoghi in cui non ci sono dettagli, ma solo l’essenza delle
forme
e dei colori. Il risultato è un’atmosfera
metafisica,
indefinita, in cui lo spazio è avvolto da un silenzio
immobile.
Sono paesaggi che l’autore ha visto, nei quali ha vissuto o
semplicemente con i quali ha instaurato un intimo legame. “Ho
in mente un’idea di poesia
visiva che spesso il
mezzo
fotografico non mi permette di raggiungere” –
spiega
Monari. “Dovrei dipingere, ma la pittura ha dei tempi troppo
lunghi. La fotografia è più rapida, ma memorizza
dettagli
inutili. Il mio approccio mi permette di prendere in mano i miei
ricordi, modellarne la forma ed i colori, per poi fissarli in una
fotografia che diversamente non riuscirei ad ottenere. The
artist Franco
Monari takes photographs of what he calls “interior
landscapes”. Using polystyrene, plaster and nylon, Monari
builds a universe of places where there are no details, but only the
essence of shapes and colors.The result is a metaphysical and
indefinite atmosphere in which the space is enveloped by a still
silence. They are landscapes that the author saw, in which he lived or
simply with whom he established an intimate bond. “I have in
mind
an idea of visual poetry that often the photographic medium does not
allow me to reach" - explains Monari. "I should paint, but painting
takes too long. Photography is faster, but stores unnecessary details.
My approach allows me to take hold of my memories, shape their shape
and colors, and then fix them in a photograph that otherwise I would
not be able to obtain”.
Exhibition
view
group
show “Come
se niente fosse”, Artfarm
Pilastro 20esima Edizione (2021)
___
[...]
Importante
è anche l’iconizzazione dell’oggetto
trapiantato e ricostruito, riprodotto
nell'immagine fotografica che lo rende iconico, degno di essere
rappresentato e
ricordato.Anche se
gli oggetti
rappresentati sono indefiniti, senza un'identità ben chiara
e la loro
collocazione temporale rimane enigmatica, acquisiscono la
capacità di accendere
l’immaginazione. Essi diventano la rovina che, citando Auge
“sfugge al tempo
reale”,quella
che riesce a risvegliare
nello spettatore “la coscienze della mancanza” e
diventa per ciascuno
spettatore il proprio simbolo del tempo perduto o del desiderio ancora
da
costruire. [...]
[...]
Important is also the
iconization of the transplanted and reconstructed object, reproduced in
the
photographic image that makes it iconic, worthy of being viewed and
remembered.
Even though the objects represented are indefinite, without a clear
identity,
and their location in time remains enigmatic, they acquire the ability
to
trigger imagination. They become “the ruin” that
quoting Marc Auge
"escapes real time", the one that manages to awaken in the viewer
"the consciousness of what’s missing" and becomes for each
spectator
his own symbol of past time or desire still to build.
[...]
(estratto
testo di Spela Zidar per la mostra
“Detriti”,
Saci, Firenze 2020)
group
show “Per
quanto tempo è per sempre”, Ex
Celle Frigo - Prato (2020)
[...] Conservare, cristallizzare la materia (e non solo), per una
artista contemporaneo vuol dire spesso far riferimento al mantenimento
virtuale, e non, di memoria e tempo. Come in una cella frigo abbiamo un
perenne circolo tra acqua e ghiaccio, tra fluido e solido, i concetti
di “scioglimento”
e trasformazione diventano terreni fertili di produzione, che aprano
una riflessione sul senso metaforico del congelamento, dello
stanziamento e dell’immobilità.
[...] (estratto
testo di Leonardo Moretti e Spela Zidar per la mostra
“Per quanto
tempo è per sempre”, Ex Celle Frigo,
Prato 2020)
___
Rimanenze di me
(2020 during covid-19 quarantine period)
___
Exhibition
view
group show
“Ars Gratia Artis”,
Galleria ArteSi -
Modena
(2019-2020)
___
Coag_W4
(2018-2019)
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Zeichen
(2018-2019)
Serie fotografica ispirata alla casa-baracca del poeta Valentino
Zeichen. Photographic
series inspired by the house of the poet Valentino Zeichen
Exhibition
view
Franco Monari, “Il cielo non importa”
solo show,
Spazio
Contemporanea - Brescia
(2018)
[...]
“In
fondo le rovine paiono uguali a chi non le
conosce, eppure esse
raccontano i mondi precedenti, la presenza della mano di un uomo, il
vigore assassino o liberatorio nell’atto di sparare,
picchiare con una
mazza o far detonare una carica di esplosivo”.
[...] (estratto
testo di Maurizio Bernardelli Curuz per la mostra
“Il
cielo non importa”, Spazio Contemporanea,
Brescia 2018)
Catalogo
editato in occasione della IX edizione del concorso d’arte
contemporanea Premio Nocivelli per la mostra personale di Franco
Monari “Il
cielo non importa”
(Brescia, Spazio Contemporanea, 2018) - a cura di Maurizio Bernardelli
Curuz, testi di Alessandra Galletta e Maurizio Bernardelli Curuz
[...]
“Tutti i soggetti di Monari sono i loro corpi, o
ciò che ne resta, e sono posti al centro, come protagonisti
in carne e ossa di una narrazione silente. Hanno un che di
monumentale, nonostante il loro essere dimesso, per nulla sontuoso
né compiaciuto.”
[...] (estratto
dal testo di Cristina Muccioli per la mostra
“Amor Loci”,
Galleria ArteSi, Modena 2018)
Il cielo non importa
(2017-2018) Fotografie
still life Still
Life photographys
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Magnitudo
(2017)
Fotografie still life ispirate al terremoto dell'Emilia del 2012 Still
Life photographys inspired by the earthquakes occurred in Emilia in 2012